La pranopratica (già pranoterapia) è forse la migliore “medicina naturale” che si possa avere, in quanto l’unico farmaco è l’uomo stesso.
Durante un trattamento di pranopratica si entra in contatto con il campo energetico della persona e si possono rilevare ed interpretare le problematiche collegate ai suoi chakra.

Chakra è una parola sanscrita che significa ruota o vortice.
Teorizzati nella cultura indiana e utilizzati dalla medicina ayurvedica, nella realtà sensibile non sono materialmente rilevabili poiché sono modelli di energia.
I principali sono sette: cinque distribuiti lungo la colonna vertebrale e due sulla testa.
I chakra principali animano e governano le regioni fisiologiche ad essi associati; non dimentichiamo tuttavia che associare e identificare sono cose diverse.
Tutto quello che si sente, che si percepisce, tutti i possibili stati di consapevolezza, ogni cosa che si può sperimentare può essere divisa in sette categorie; ciascuna di queste categorie è associata ad un chakra particolare. Pertanto, i chakra non rappresentano solo una parte del corpo fisico, ma anche una specifica area della coscienza.

                  

Elena Pagliuca per A.MI. University

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