Gli orientali, soprattutto i giapponesi, considerano l’Hara il centro dell’energia della persona poiché in questa zona (addome) il cibo viene trasformato in energia necessaria alla vita e viene garantito il rinnovarsi della specie.
Sviluppare il senso dell’Hara permette al praticante di aprirsi alle percezioni, cosicché il suo corpo possa diventare un veicolo per cogliere e trasmettere il Qi (energia vitale).
La traduzione letterale di Hara è cultura della vita, o anche centro vitale: l’Hara è considerato il punto di equilibrio dell’esistenza corporea, mentale, emozionale, spirituale.
L’uomo, in bilico tra cielo (essere: idealità, spiritualità) e terra (avere: potere, ricchezza) trova nell’Hara l’integrazione, l’armonia tra i due poli antagonisti ma complementari.
L’Hara è il cordone ombelicale spirituale attraverso il quale l’energia cosmica fluisce nella persona; vi albergano pace ed equilibrio.
Nel corpo umano l’Hara si trova nella zona tra il plesso solare e l’osso pubico; per la precisione ha origine in un punto situato tra l’ombelico e l’osso pubico; viene considerato il secondo cervello umano, e in effetti dietro la regione dell’Hara si trova la maggiore concentrazione di nervi dopo quella del cervello.
Respirare profondamente (respirazione completa, utilizzando bene il diaframma) consente di nutrire e sviluppare l’Hara, rafforzando il senso di rilassamento, di capacità e di fiducia in se stessi.
La corretta respirazione, quindi, è il primo importante approccio all’equilibrio dell’Hara.
Elena Pagliuca per A.MI. University
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