Bisogna essere in grado di capire, interpretare e pilotare le emozioni se si vogliono sfruttare al meglio il sonno e i sogni come momento di riequilibrio mentale
Terza parte –
Non tutti possono essere propensi o predisposti a usare la via del sogno Infatti, incontriamo ancora persone che sostengono di non sognare o, meglio, di non ricordare i sogni, Per questa categoria di persone c’è una tecnica molto utile che è quella dell’Alchimia delle Emozioni.
Una delle tecniche più rappresentative della terapia emozionale profonda è quella ideata da Daniel Goleman, psicologo al Center for Cognitive Theraphy di New York e autore del best seller Intelligenza Emotiva. L’autore ritiene che il lavoro psicologico e spirituale interiore degli esseri umani deve essere rivolto al raggiungimento della conoscenza delle emozioni più dense.
Goleman attinge, da un lato, alle dottrine buddhiste e alla tradizione della meditazione pienamente cosciente, che unisce alle terapie cognitive e alla moderna neuroscienza costituendo una combinazione potente per lavorare con le emozioni a scopi terapeutici. Usando anche la via del sogno.
Goleman usa la metafora dell’alchimia per spiegare l’importanza e l’utilità del lavoro emozionale. L’alchimia avviene quando il piano spirituale entra in contatto con quello materiale. Gli alchimisti si resero conto che il mistero che cercavano di risolvere non era nel mondo esterno, ma nella psiche.
«L’alchimia consiste nell’accettare tutto ciò che sta nel calderone senza cercare di rifiutarlo o correggerlo, dopo essersi resi conto che anche ciò che è negativo fa parte del processo di apprendimento e guarigione».«lo scopo è eliminare le nostre reazioni alle emozioni inquietanti, facendo attenzione a non respingere l’emozione stessa. La piena coscienza può cambiare il nostro modo di relazionarci con le nostre emozioni e di percepirle, senza necessariamente eliminarle».
La metafora dell’alchimia emotiva è: come il tepore dei raggi solari che fa evaporare l’umidità delle nuvole, il fuoco caldo della piena coscienza è in grado di sciogliere le nubi emotive che oscurano la nostra natura interiore.
Secondo Goleman, noi tutti abbiamo le potenzialità per diventare “alchimisti interiori”, in grado di trasformare spontaneamente i nostri momenti di confusione in chiarezza di visione. Mettendo in pratica questi insegnamenti nell’esame dei nostri sentimenti conflittuali, giungeremo gradualmente a comprenderne le cause.
La mente nella sua funzionalità si manifesta come attività neurologica complessa, attraverso due modalità, come se esistessero due piani di realtà: uno è dominato da meccanismi emotivi profondamente radicati, mentre l’altro si muove senza schemi precostituiti. La piena coscienza ci offre un attimo di tregua da questi condizionamenti. Secondo Goleman la piena coscienza è una consapevolezza meditativa, che coltiva la capacità di vedere le cose come sono nel momento presente.
Abitualmente la nostra attenzione si sposta in maniera incontrollata, spinta in una direzione o in un’altra da pensieri casuali, ricordi vaghi e seducenti, frammenti di cose viste, sentite o percepite in qualche altro modo. Invece, la piena coscienza è un’attenzione prolungata e resistente alle distrazioni, focalizzata sui movimenti della mente. Essa non viene sospinta o catturata da pensieri o sentimenti, ma osserva con costanza i loro movimenti.
La piena coscienza implica un nuovo modo di fare attenzione, un modo di espandere le possibilità di consapevolezza, raffinandone al contempo la precisione. In questo processo di educazione della mente impariamo a lasciar andare i pensieri e i sentimenti che ci trascinano fuori dal presente e a stabilizzare la consapevolezza sulla nostra esperienza immediata.
Se la distrazione genera turbamento, l’abilità a prolungare la nostra osservazione e di continuare a guardare può portare a una maggiore chiarezza e capacità di osservazione.
Vediamo ora insieme il metodo per liberarci dalla reazione provocata da un vostro schema comportamentale e attivare l’Alchimia delle Emozioni.
Fate attenzione a quando avete una reazione emotiva inappropriata.
I segni più comuni del fatto che una reazione sia inappropriata comprendono le reazioni eccessive estreme, come una rabbia intensa, una profonda tristezza quando qualcuno si allontana. Oppure può trattarsi di un’emozione che non si addice alla situazione, come dolore invece della rabbia, o anche dell’assenza di un’emozione: sentire un vuoto, quando la maggior parte della gente si sentirebbe ansiosa o arrabbiata.
Diventate pienamente coscienti.
Di solito si tratta di un insieme di emozioni, alcune più evidenti di altre. Potreste, per esempio, provare rabbia come emozione più evidente, ma riconoscere dietro a questa sensazione un misto di tristezza e dolore.
Osservate a che cosa state pensando.
Ci sono diversi livelli di pensiero durante una reazione eccessiva. In primo piano si trovano i pensieri specifici del momento, che alimentano la vostra reazione emotiva. I pensieri che si trovano sullo sfondo, che sono la causa scatenante di quelli più evidenti, sono più sottili: “Non può trattarmi così” esprime un’indignazione legittima per essere stati trattati ingiustamente, che a sua volta alimenta una risposta rabbiosa. Le reazioni emotive estremamente intense, di ogni tipo, significano spesso che ciò che accade ha per voi un significato simbolico profondo, e che l’intensità della vostra reazione proviene dalla realtà simbolica, piuttosto che da quanto è davvero accaduto.
Siate pienamente coscienti delle vostre azioni e dei vostri impulsi.
Anche in questo caso, esistono diversi livelli. Ci sono i vostri comportamenti espliciti, ciò che fate o dite e il tono con il quale pronunciate le parole.
Osservate come cambia la vostra reazione
Questo punto tiene conto del fatto che diventare pienamente coscienti delle vostre reazioni eccessive permette al vostro meccanismo abituale, che procede a tappe forzate, di diventare meno compulsivo e di modificarsi fino a includere reazioni più adattive oppure positive. Osservate quali reazioni abituali iniziano a emergere e cercate di convincervi a rimanere aperti a qualsiasi tipo di esperienza si presenti. Cercate di cogliere qualsiasi cambiamento avvenga nelle vostre reazioni, lasciando che i vecchi impulsi familiari, i pensieri e le emozioni, esistano semplicemente, senza permettere loro di controllarvi ancora una volta. È questione di pazienza, ottimismo fiducia e continuo allenamento, i risultati sono garantiti.
Chi vuole utilizzare i suoi sogni o l’alchimia delle emozioni, deve dunque imparare a interrogare sia con i sogni che con le stesse emozioni. Deve anche accettare di raccogliere queste preziose informazioni laddove esse si esprimono, come per esempio nei sogni, nei primi istanti dopo il risveglio, prima dell’inizio giornata, perché poi una volta in piedi usciti dal sonno-sogno-relax, andremo incontro necessariamente, alle non sempre gradevoli incombenze dello stress della vita quotidiana.
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